Pino Bevilacqua
Nel pensiero di Pino Bevilacqua la poesia è bellezza, la poesia è utopia, la poesia è sogno, emozioni, desiderio, gusto dei valori. Senso del limite e paziente attesa di qualcosa che verrà. Bisogno di dare ed avere; continua, ininterrotta scoperta di sé. Da qui la sua scrittura, nell’intento di rappresentare il suo mondo intimo con quell’immaginazione e fantasia che fanno di tante sue liriche un controcanto delle vicende umane vissute, sempre in perfetta armonia con i valori in cui crede. Ma caratteristica importante della sua ricerca poetica è anche l’originalità con cui egli percorre il diagramma spazio-tempo, nel tentativo di sostenere e diffondere l’idea dell’originaria omogeneità di natura e spirito.
Pino Bevilacqua vive e lavora a Piazza Armerina. È autore di sei libri di poesia molto apprezzati, "Convito di ninfe", "Erba e pietre", "Fra cielo e mare", "Ad un passo dalla luna", "Stagioni", " Il tempo e la memoria", ricchi di suggestioni, di sfumature, di immagini. Nel 2008 ha pubblicato "Di quest’antica terra", un saggio denso di pagine narrative e liriche dedicate alla sua città, ispirato ai modelli della novellistica e dell’agiografia dell’Ottocento, in cui aleggia il culto della bellezza, dell’arte e della natura. Del 2014 è invece "Sotto i cieli blu degli Erei", una raccolta di racconti che, con la stessa spontaneità e schiettezza di un vero amico, ci fornisce informazioni preziose sul nostro mondo per capirlo un po’ meglio. Di recente ha dato alle stampe il suo primo romanzo, "Il ritorno", un libro attraversato da una dolce nostalgia per le cose irrimediabilmente perdute, coinvolgente e denso di dettagli che riescono a comporre un affresco intrigante di luci, ombre e profondità, sullo sfondo di paesaggi fisici e umani tipici del recente passato in Sicilia. Sogno e realtà, riflessioni esistenziali e scenografiche ambientazioni si intrecciano nei dieci racconti del suo ultimo libro appena pubblicato, “Di tanti sospirati sogni”, in cui l’elemento dominante è il ricordo che permette di recuperare il tempo perduto e renderlo ancora vivo e pulsante, seppur velato di malinconia.
Non c'è inizio
nè fine nè meta,
ma soltanto
la vita, la vita, la vita!